Con la testa e con il cuore by Cova Alberto

Con la testa e con il cuore by Cova Alberto

autore:Cova, Alberto
La lingua: eng
Format: epub
ISBN: 9788893429498


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Un istante d’eternità

MONTE Carlo, sabato 14 maggio 1988. Prove ufficiali del Gran Premio di Formula 1. Dopo una serie impressionante di passaggi al limite, Ayrton Senna arriva ad abbassare il primato del circuito del Principato fino a 1’23”998, staccando il compagno di squadra Alain Prost di 1”427 e la Ferrari di Gerhard Berger di 2”687. La pole position più incredibile della storia.

Ecco, io l’ho capito solo guardando Ayrton Senna alla tv, quel giorno, ciò che mi era capitato a Helsinki il 9 agosto 1983.

Essere immerso nello spazio e nel tempo e, contemporaneamente, essere distaccato, ma non distante, lontano ma partecipe, essere il dominus, l’artefice, il demiurgo di ogni cosa, di tutte le cose; essere le mani che modellano la creta, ed essere la creta stessa. Immaginate un giocatore di scacchi, anzi il più grande campione di scacchi della storia – Bobby Fischer, Anatolij Karpov o Garri Kasparov – che si siede al tavolo davanti alla scacchiera, comincia a muovere i suoi pezzi, ma nello stesso istante è lui stesso Re, Regina, Torre, Pedone. Come se nel miglior tuffo della miglior gara del miglior giorno della loro carriera Michael Phelps o Federica Pellegrini si tuffassero dai blocchi di partenza con una perfezione tale da divenire, al primo contatto con l’acqua, acqua loro stessi, goccia nella goccia. Armonia assoluta.

Queste le parole di Senna: «Avevo già la pole, ma continuavo a girare. Andavo, andavo, e all’improvviso ero circa due secondi più veloce di chiunque altro. Era come se stessi guidando solo d’istinto. Quando mi fermai ai box ebbi la percezione di avere toccato i miei limiti e quelli della macchina come mai prima. Ero in un’altra dimensione, in una sorta di tunnel, ben oltre la mia comprensione e coscienza. Avevo avuto chiara la sensazione di vedermi guidare, fuori dall’abitacolo, in quegli esatti istanti, in quello stesso momento in cui ero al volante».

Così si era sentito Ayrton quel giorno a Monte Carlo. Così mi ero sentito io a Helsinki quel 9 agosto 1983.

Esperienza mistica? Il grande campione brasiliano non ebbe remore a definirla così. Ma io ho pudore. Il Dio che ho imparato a conoscere attraverso l’austera educazione che ho ricevuto, ha le radici ben piantate nell’Antico Testamento. Puoi pregarlo, dialogarci, ma è un’entità comunque difficile da avvicinare. Tu sai che devi comportarti al meglio per rispettarne i comandamenti, e che questo di certo lo muoverà a compassione e misericordia. Ma il come e il quando lo decide, e lo deciderà sempre lui, secondo disegni che ai tuoi occhi rimarranno imperscrutabili e inintelligibili.

Ma di certo ha qualcosa di sovrannaturale quell’armonia assoluta con tutte le cose, la percezione di avere il controllo totale di ogni istante infinitesimale, di ogni avversario, passo, respiro, sospiro, minuto, secondo. E poi le braccia alzate, gli occhi sgranati al cielo: fotogrammi scolpiti in un eterno presente.

Ore 17.29. Fra un minuto partiamo. Lo stadio Nurmi è pieno e tifa per il suo eroe, Martti Vainio, che vuole a tutti i costi salire sul gradino più alto del podio. Io ho una fretta insolita, una strana smania di iniziare la gara.



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